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  • 19/06/2013

    Risultati dell’indagine CGM HEALTH MONITOR / Sole 24 Ore Sanità

     

    La nuova norma sulla prescrivibilità degli equivalenti, legata al risparmio della spesa, lascia molti dubbi e poche certezze nei medici di medicina generale e nei pediatri.

    L’ultima indagine CGM Health Monitor - alla quale hanno risposto nel mese di maggio 1.442 medici delle cure primarie (1.161 Mmg e 281 Pediatri) - evidenzia principalmente come il medico di base non apprezzi le ultime normative in tema di prescrizione, sentendosi costretto a scelte non guidate dalla sua “scienza e coscienza”. Il 67% non giudica utile, ai fini del contenimento della spesa, l’obbligo di indicare nella prescrizione il principio attivo prima e poi specificare il farmaco. I medici evidenziano anche dubbi sull’eventualità che il farmaco equivalente possa in qualche modo influire sulla terapia; solo il 14% degli intervistati è sicuro che non cambi nulla tra generico e griffato, mentre il 32% è certo del contrario. Ma la maggioranza, il 54%, mantiene il dubbio che ciò possa dipendere dai casi. I medici sono molto divisi anche sull’aspetto sollecitato dai sindacati, ossia quello di indicare sempre sulla ricetta la non sostituibilità del farmaco prescritto. Infatti è il 36% degli intervistati che lo fa, mentre il 34% non riporta la dicitura; il 30% lo fa solo a volte. Di una cosa però i medici delle cure primarie sono certi: il farmacista non deve toccare la prescrizione. Il 91% infatti non giudica corretta la possibilità di intervento del farmacista sulla scelta del farmaco in base al principio attivo.

    Ma come si comportano i pazienti?

    Dall’indagine si evince che i pazienti, anche se informati sul risparmio e sull’equivalenza,  preferiscono i farmaci griffati (il 71%), anzi a volte sono proprio loro a chiederli al medico. E’ il 19% che preferisce il principio attivo, mentre il 10% dei medici intervistati non è in grado di dire cosa il paziente preferisca.

    L’indagine evidenzia infine ha sondato il peso dell’informazione dell’industria e alla domanda se i medici condividono e ritengono convincenti gli argomenti dei produttori a supporto della prescrizione, si vede come la maggioranza li ritenga validi solo a volte (61%). Però i rifiuti a qualsiasi tipo di argomentazione salgono al 30% verso i produttori di generici e si fermano al 10% per i farmaci griffati. Infine un dato evidente è il 71% dei medici che, rispetto a prima, riceve meno visite di ISF.

    Il dettaglio di tutte le risposte all’indagine è liberamente consultabile sul sito del progetto CGM-Health Monitor all’indirizzo: www.cgm-healthmonitor.it o consultando il sito del Sole 24 Ore Sanità.

    Comunicato stampa  

    Articolo pubblicato su Il Sole24 Ore Sanità

    Report dettagliato e grafici del sondaggio sul sito del CGM Health Monitor